mercoledì 29 gennaio 2014

Sulla Tomba di San Francesco anche via internet

Grande spiritualità e un pizzico di tecnologia caratterizzano la cripta di San Francesco, all'interno del complesso basilicale dedicato al Poverello, il luogo più visitato della città serafica e dell'Umbria.

“La tomba è il cuore del Francescanesimo”, sottolinea padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento.
Accoglie ogni anno milioni di turisti di tutto il mondo che si raccolgono in preghiera e in meditazione davanti al sepolcro; tomba davanti alla quale si sono fermati, nel tempo.
Pontefici e Capi di Stato, esponenti del mondo politico e della cultura.
Se oggi una webcam consente, attraverso internet (sito www.sanfrancescopatronoditalia.it), di vedere la cripta e addirittura di inviare preghiere via mail (latuapreghiera@sanfrancesco.org), per secoli invece è rimasta nascosta agli occhi del mondo. Dopo la morte di Francesco alla Porziuncola, la sera del 3 ottobre del 1226, il corpo fu traslato ad Assisi, all'interno delle mura, nella chiesa di San Giorgio, che sorgeva là dove ora c'è la Basilica di Santa Chiara.

Dopo la canonizzazione nel 1228, il 25 maggio del 1230 il corpo del Santo fu tumulato sotto l'altare maggiore della Basilica inferiore, racchiuso in un sarcofago coperto da una pietra pesante dodici quintali. Trascorsero poco meno di sei secoli quando, dopo tante richieste. Pio VII concesse di eseguire gli scavi per ritrovare i resti del Poverello.
I frati lo fecero per 52 notti, dal 12 ottobre al 2 dicembre 1818, sino al rinvenimento cui seguì la ricognizione dei resti mortali.
Sorse allora la questione di garantire l'accesso alla cripta, con i progetti dell'architetto Pasquale Belli prima e dell'architetto Ugo Tarchi (tra il 1926 e il 1932).
Da allora, ancora oggi si accede alla Tomba da due scalinate in pietra con accesso dalla Basilica inferiore. Una Cripta umile, in pietra, con al centro il sarcofago protetto da una robusta inferriata.
Ai lati le spoglie di frate Rufino, frate Leone, frate Masseo e frate Angelo Tancredi nonché Jacopa de' Settesoli, nobildonna romana che San Francesco chiamava affettuosamente “frate” Jacopa.

Informazioni: La Basilica Inferiore di San Francesco è aperta dalle 6 alle 19; quella Superiore dalle 8.30 alle 18 (periodo invernale; sino alle 19 in quello estivo).
Tel 75.8190084

La Nazione Mercoledì 29 Gennaio 2014

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